Lo slargo più vasto del paese prima dell’allargamento del Ponte. Fino agli anni ’50 era in terra battuta, è stata lastricata a cemento fino agli anni novanta, decennio in cui, come le principali vie del paese, è stata risistemata con lastricatura con cornici in pietre squadrate e riquadri in mattoni disposti a spina di pesce.
Il lato sud è chiuso dalla chiesa e dalla canonica, quello est e quello nord da case private, mentre il lato ovest è protetto da un parapetto costruito sul ciglio della roccia di svariate decine di metri a picco sulla valle del Ponte.
E’ come un lungo balcone dal quale si può ammirare uno splendido scorcio sulla valle della Fiumarella, il Palèstro,
Vi si accede attraverso via Sand’Andrea, adesso carrabile, e per lo stretto vico del Palazzo. Entrando in piazza da questo, subito a mano sinistra c’è il vico Ramètta, toponimo che richiama una città siciliana, dalla quale, probabilmente, provenne in epoca normanna un gruppetto di lingua araba qui confinato per motivi politici. Di fronte, a fianco della chiesa, il vico che porta a Mbedilatèrra.
Michelangelo Pucci
Rioni: Sànda Dumìnica; Lu Cumméndi; Lu Pòndi; Lu Carròlu; La Stréata; Sàndu Jàculu; Lu Tirròni; Vìja di Mìenzu; Mballatùrru; Sand'Andrìja; La Chjàzza; Mbedilatérra.