L'Orfismo fu una religione del mondo greco diffusa negli strati popolari dall'antichità fino all'età ellenistica. Ebbe collegamenti con altre religioni analoghe come quella dionisiaca e quella dei Misteri Eleusini o di Demetra e non fu mai assorbita nella religione ufficiale della città. Fu fondato, secondo la tradizione da Orfeo, un trace, che ne avrebbe ricevuto la "rivelazione" dalla divinità.
TEOGONIA: il principio primordiale, Chronos (Tempo), creò l'uovo del mondo traendolo dall'Etere e dal Caos. Dall'uovo nacque Fanete, dio della generazione, ermafrodito (bisessuale) e prima manifestazione di Dioniso. Da Fanete nacquero il Cielo e la Terra. Da questi nacquero i Titani e Zeus. Zeus generò il secondo Dioniso (lo Zagreo = il cacciatore) che venne sbranato e mangiato dai Titani, salvo il cuore che Atena portò a Zeus che lo risuscitò rigenerando il terzo Dioniso e fulminò e distrusse i Titani.
ANTROPOGONIA: dalle ceneri dei Titani nacquero gli uomini, che per questo partecipano della natura malvagia dei Titani (materia-corpo) e di quella divina di Dioniso (anima). L'anima o elemento divino, immortale, prigioniera del corpo suo carcere, cerca di liberarsi dalla materia attraverso la metempsicosi, serie ininterrotta di rinascite: dopo la morte di un corpo l'anima entra in un altro corpo. La consapevolezza di questa origine ambivalente e il senso di colpa che ne deriva sono alla base della religiosità orfica. L'uomo deve ricongiungersi con Dioniso, reprimendo la propria componente titanica.
PRATICA RELIGIOSA: per accelerare la liberazione dell'anima o purificazione, la religione orfica osservava pratiche rituali e norme di comportamento come: la castità, il rifiuto di versare sangue e di mangiare carne, praticava il vegetarianismo in conseguenza del rifiuto del sacrificio cruento e della situazione da esso sottintesa: come gli dei , gli orfici non mangiavano carne per rivendicare a sé una natura simile alla divina; rifiutando la carne rifiutavano il "mondano" in vista della salvezza sovra-mondana. Di qui il rovesciamento dei valori tradizionali: la vera vita è la morte. Altro aspetto della pratica orfica è l'"entusiasmo", ossia lo stato di "possessione" da parte di un dio (l'epilessia o la psicosi indotta), i riti del culto di Dioniso, il dio per eccellenza, che permetteva la "trasformazione", la "transumanazione". L'anima, libera dalle impurità del corpo, si sarebbe redenta nella sua purezza divina.
INIZIAZIONE: l'iter iniziatico comprendeva una purificazione preliminare con il fuoco, lo zolfo, l'acqua e l'aria, seguita dai sette momenti della trasformazione: vestizione, catechesi, agape, comunione, annunciazione, passione, resurrezione.
CONCETTO DELLA MORTE: la morte non è la fine di tutto, ma l'inizio di una nuova vita; essa è "passaggio" da una vita all'altra (METEMPSICOSI), è mezzo di catarsi o purificazione, perché permette di liberarsi dal male dell'esistenza precedente ed apre la strada ad una vita migliore fino al ricongiungimento con la natura divina.
COSMOLOGIA: anche il cosmo ha un'anima e vive una ciclicità (il grande anno) con una successione di nascite, morti e rinascite (palingenesi o METACOSMOSI) a fine di purificazione.
ISPIRAZIONE: alla formazione dei concetti di metempsicosi e metacosmosi certamente non furono estranee l'osservazione dei cicli del giorno e della notte e delle stagioni e le emozioni che li accompagnavano. Questi cicli naturali (il sole che muore a sera e rinasce il mattino seguente, la natura che sembra morire a fine autunno e che rinasce in primavera) suggeriscono simili cicli interessanti l'uomo (metempsicosi) e il mondo (metacosmosi).
INFLUENZA: l'influenza esercitata dall'orfismo sull'evoluzione della vita spirituale greca in genere e della filosofia in particolare è certamente grande e deriva dall'accentuata interiorizzazione dell'esperienza religiosa. Pitagora, Platone e lo stesso cristianesimo trarranno dall'orfismo la loro concezione del corpo come "carcere" dell'anima, la loro concezione dell'immortalità dell'anima stessa, la sua natura incorporea, il concetto di dualismo anima-corpo, l'idea di una vita oltre la morte, del ritorno a dio come premio finale del giusto e della natura intrinsecamente corruttrice della corporeità.
Vedi anche: Enciclopedia Europea - Garzanti: voce orfismo Grande Encicl. - Istituto Geogr. De Agostini: voce orfismo Dizionario di filosofia - Rizzoli: voce orfismo M.F.Sciacca - Il problema dell'educazione - vol.I - Principato