Gli uomini sono per natura portati ad associarsi. L'istinto per natura, il bisogno per cultura inducono maschio e femmina ad unirsi principalmente per produrre la prole, per nutrirla, difenderla ed educarla. La famiglia è il nucleo originario della società, nella quale già appare la differenziazione dei ruoli e dei compiti. Ma la famiglia nucleare non è sufficiente per assicurare sempre e comunque la sopravvivenza. La raccolta della frutta, dei germogli, delle erbe, dei molluschi, la caccia agli animali selvatici richiedono la collaborazione di più adulti appartenenti a famiglie diverse; più famiglie si riuniscono in tribù. Quando la caccia non è più sufficiente si passa all'allevamento del bestiame, che richiede un allargamento ulteriore della famiglia che diviene patriarcale. In seno a questa i ruoli e i compiti si differenziano ancora. Aumentando la popolazione non è più sufficiente la raccolta dei frutti spontanei per cui si rende necessaria l'agricoltura. Questa comporta una maggiore efficienza e diversificazione sociale richiamando e riunendo un numero sempre maggiore di persone in centri abitativi più estesi che assicurino anche i servizi. Si arriva così a costituire le città con la loro organizzazione amministrativa e politica. L'associazione di più città porta all'istituzione degli Stati. Città e Stati nel loro sviluppo politico si trovarono ad attuare progressivamente i modelli di organizzazione politica e sociale monarchico, aristocratico e democratico. Con questo non vuol dire che tutte le città e Stati si siano sviluppati secondo questo schema tutti contemporaneamente, né che tutte le società abbiano percorso lo stesso iter evolutivo. Ci sono ancora oggi degli uomini che vivono allo stato tribale, altri sono fermi all'organizzazione patriarcale, altri ancora per millenni sono rimasti sotto il potere monarchico, altri infine, dopo aver percorso l'intero iter dei modelli, sono retrocessi ad uno stadio precedente.
Da quanto detto risulta che la successione dei modelli di sviluppo non è cronologica né storica, ma interpreta uno schema ideale di sviluppo politico e sociale valido per intero in alcune epoche storiche e per alcuni popoli delle civiltà occidentali: Greci e Romani nell'epoca classica e popoli dell'Europa occidentale in quella contemporanea.