Sistemi e mezzi di illuminazione

Il sistema di illuminazione più antico era quello ad olio, solo negli ultimi secoli si ricorse a quelli a petrolio e ad acetilene.

A - Quello ad olio si avvaleva:

1 - della 'lucèrna' da usare prevalentemente al chiuso, che in epoca romana e medioevale era in terracotta, una vaschetta con o senza manico ed un beccuccio. Nella vaschetta si versava l'olio nel quale si annegava un cordoncino di canapa o lino un cui capo, fuoruscente dal beccuccio, veniva acceso e produceva una fiammella illuminante. 

Negli ultimi secoli la lucerna era costruita in lamiera con alla base un serbatoio oblungo e chiuso contenente l'olio, un beccuccio ed un manico con un tratto verticale terminante in alto con un mezzo arco cui era attaccata una catetenina realizzata con segmenti di fili di ferro terminante con un anello da infilare al dito per il trasporto.

2 - La lanterna, da usare prevalentemente all'esterno. Era costituita da una struttura in lamiera. La parte inferiore a forma di parallelepipedo era protetta sulle quattro facce laterali da vetri. La parte superiore era a forma di piramide quadrangolare di lamiera con intagli semilunari ed un camino al vertice per la fuoruscita dei fumi della combustione. Sopra il camino apicale era fissata, in maniera articolata, una fascia in lamiera ad U rovesciata, cui era attaccata una catenina, come nella lucerna, per il trasporto. All'interno, fissata sul fondo, vi era una lucerna in lamiera con il serbatoio per l'olio con lo stoppino uscente dal beccuccio.

B - Il sistema a petrolio era costituito:

da 'lu lumi', mezzo usato negli ultimi secoli. Era costituito da due parti: 

a) una base che conteneva nella parte inferiore il serbatoio in lamiera o in ceramica e nella parte superiore un bruciatore. 

b) una copertura di vetro per proteggere la fiamma dal vento.

La base poteva essere modellata in vario modo, secondo il gusto del costruttore. La forma più comune al di sopra del piede aveva un restringimento sul quale si allargava a forma di palla schiacciata il serbatoio. Questo terminava in alto con una stretta torretta diversamente modulata contenente il bruciatore che terminava in alto con una feritoia dalla quale fuorusciva la fettuccia di cotone annegata nel petrolio del serbatoio. Al lato del bruciatore vi era una rotellina collegata ad una ghiera dentata, che, facendo presa sulla fettuccia, ne rendeva possibile la regolazione. 

Il coprifiamma in vetro si innestava sulla parte superiore del bruciatore, si allargava in una bolla in corrispondenza della fiamma per poi restringersi man mano a camino verso l'alto.         

Rispetto alla lucerna, aveva il vantaggio di produrre una luce più brillante e con un'autonomia maggiore.

C - Il sistema ad acetilene:

Questa lampada, di notevole potenza illuminante, usata per lo più nelle fiere e nelle feste paesane, bruciava il gas acetilene ('l'acetilèni'), ottenuto facendo reagire il carburo di calcio con l'acqua.

D - Il sistema a cera 

si avvaleva di cannèli e di ciròciuli (candele e moccoli).

Ne brevi spostamenti per le vie buie del paese ci si serviva di tizzoni dimenati per avvivarne la punta ardente.

Michelangelo Pucci

Go to top