Due sono le tendenze che caratterizzano gli ultimi due secoli di storia dell'Impero romano: da una parte il declino istituzionale delle strutture dell'Impero che vanno perdendo forza e autorevolezza e dall'altra lo sviluppo del Cristianesimo che si espande in tutti gli strati della popolazione e in tutti i territori dell'Impero consolidandosi in una organizzazione che acquisisce via via forza e autorità.
L'esaurimento delle riserve auree, il decadimento dei costumi, la crisi demografica, la disabitudine al lavoro e alla fatica, la caduta degli ideali portò nel corso del quarto e quinto secolo allo sfaldamento delle strutture produttive, delle istituzioni statali e dell'organizzazione militare dell'Impero. Ciò portò, oltre che a un depauperamento della popolazione, ad un indebolimento della difesa delle frontiere da secoli sottoposte alla pressione dei barbari che cominciarono a dilagare nei territori dell'impero.
Le scorribande in un primo tempo e lo stanziamento in un secondo tempo dei barbari nei territori dell'impero provocò la scomparsa delle residue strutture e autorità civili e statali (le autorità cittadine, il servizio di polizia, gli organi della magistratura, i presidi militari, la classe dirigente, le scuole, le biblioteche, l'organizzazione commerciale, ecc). I barbari stanziatisi nei territori dell'impero impongono il loro sistema politico e produttivo fondato sul potere assoluto del capo dell'orda che assume anche la proprietà del territorio conquistato rafforzando e diffondendo l'istituto della servitù della gleba, già attuata da Diocleziano, con il quale si imponeva l'ereditarietà dei mestieri e si obbligavano i contadini a restare nel fondo agricolo dove lavoravano.
Unici punti di riferimento restano le autorità religiose, soprattutto i vescovi, cui spontaneamente la gente si rivolge anche per questioni civili e giudiziarie.
Michelangelo Pucci
Indice: Mentalità medioevale: fattore storico, fattore economico, fattore sociale, fattore tecnico, fattore scolastico, fattore religioso.