L'attività economica prevalente nel medioevo è la produzione agricola.
Nell'agricoltura la ricchezza è data dai prodotti della terra. L'aumento della ricchezza è lento poiché è legato ad un ciclo produttivo che per lo più è annuale: la frutta, i cereali, i legumi, gli ortaggi, il vino, l'olio vengono prodotti una volta all'anno.
Il successo della produzione agricola inoltre dipende da un insieme di variabili che sfuggono al controllo dell'operatore agricolo:
1a variabile - la fertilità del suolo: nel medioevo, in assenza dei concimi chimici l'agricoltore non poteva incrementare che in minima parte la fertilità del terreno.
2a variabile - l'acqua: le piantagioni, quali più, quali meno, hanno bisogno di acqua. Solo i campi estendentesi in prossimità dei corsi d'acqua possono essere irrigati, tutti gli altri possono ricevere acqua solo dal cielo che è fuori della portata dell'operatore agricolo.
3a variabile - i parassiti: insetti, funghi, ecc. che attaccano i prodotti agricoli sia sulla pianta che nei luoghi di conservazione dopo il raccolto. Nel medioevo, in assenza degli anticrittogamici e degli insetticidi, l'agricoltore non può esercitare nessuna azione di difesa contro i parassiti.
4a variabile - le guerre: i campi agricoli erano il teatro naturale delle battaglie, anche il semplice passaggio delle truppe determinava la distruzione dei raccolti, gli stessi eserciti toglievano braccia dai campi che rimanevano incolti. Le guerre sfuggono al controllo degli agricoltori.
L'operatore agricolo non può governare le variabili che incidono sul successo della sua attività; non è lui a determinare la propria fortuna; è impotente di fronte alle difficoltà.
L'uomo prima di essere adulto è stato bambino; nell'età infantile l'essere umano dipende in tutto dalla figura parentale (padre o madre), impara a fidare in essa, si abitua al fatto che la figura parentale risolve per lui ogni difficoltà; nell'uomo adulto rimane radicata questa abitudine, per la quale tende a ricorrere al sostituto della figura parentale per vedersi risolte le difficoltà. Il legame parentale si trasforma in legame religioso.
Il contadino, di fronte agli ostacoli rappresentati dalle variabili avverse al successo della sua attività, tende a ricorrere a una figura parentale proiettata nell'assoluto e personificata con Dio, al quale si rivolge come da bambino faceva con il padre: gli si sottomette, lo teme, lo prega, gli promette. in cambio degli aiuti richiesti, obbedienza, devozione, doni, sacrifici, ecc.
La constatazione che la vita terrena è dura, avara di soddisfazioni, prodiga di sofferenze, soggetta alle ingiustizie proietta l'uomo nella speranza in un'altra vita dopo la morte, nell'aldilà regno dell'appagamento di ogni desiderio, della felicità, della giustizia.
L'impossibilità di determinare il proprio destino induce alla convinzione che Dio (o chi per lui), personificazione della figura parentale, determini il destino come Provvidenza nella Storia e nella vita di ogni singolo uomo.
Michelangelo Pucci
Indice: Mentalità medioevale: fattore storico, fattore economico, fattore sociale, fattore tecnico, fattore scolastico, fattore religioso.