OBIETTIVI
L'educazione nuova vuole formare l'homo faber, l'uomo operoso, dotato di autonomia di pensiero e di azione, capace di pensare con la sua testa e di fare da sé, capace di iniziativa, l'uomo imprenditore. La scuola intende aprirsi a tutti, formare tutti, indistintamente, non solo i figli della classe dominante; intende porsi al centro della società e divenire lievito di trasformazione in senso democratico; intende non solo trasmettere cultura ma soprattutto fare cultura; non intende selezionare gli individui idonei a far parte della classe dirigente, ma intende orientare tutti e ognuno verso le attività più consone alle loro capacità e attitudini.
METODI
Le scuole nuove sostituiscono il metodo della selezione con quello dell'orientamento; sostituiscono il costume dell'emulazione con quello della collaborazione; esaltano il principio della varietà dei modelli di cultura e varietà dei metodi; attuano l'individualizzazione dell'insegnamento; danno rilievo alla scienza psicologica; riconoscono la centralità dell'allievo o puerocentrismo, con il riconoscimento del prevalere dei suoi interessi e della necessità di adattare a lui l'istituzione scolastica; riconoscono il primato della vita e dell'esperienza, della partecipazione, dell'iniziativa e dei bisogni; sostituiscono il metodo della costrizione con quello della libertà. (da una conferenza del prof. Peretti sul movimento delle scuole nuove al corso di aggiornamento per docenti di scienze umane tenuto a Lido di Camaiore il 27 marzo - 6 aprile 1968).
ATTEGGIAMENTO
L'educazione nuova consiste in un nuovo atteggiamento di fronte al fanciullo. Atteggiamento fatto di comprensione, d'amore, ma soprattutto atteggiamento di rispetto, di attesa, di pazienza, della mano delicata, di accettazione dell'infanzia come tale, di riconoscimento del valore dell'infanzia come periodo necessario nello sviluppo dell'uomo. Atteggiamento che ammette gli errori del fanciullo, le sue esitazioni, la sua lentezza.
Atteggiamento di convinzione che più il fanciullo è pienamente, lungamente fanciullo, più e meglio egli diverrà un buon adulto; che il fanciullo ha in sé tutto quanto permette una vera educazione, ed in particolare una attività incessante, che impegna tutta la sua persona, di un essere che cresce e si sviluppa continuamente (da R.Cousinet, L'educazione nuova - ed.
Le Scuole Nuove ritengono l'infanzia non una preparazione alla vita adulta, ma vita essa stessa degna di essere vissuta in tutta la sua pienezza, ritengono l'educazione crescita, sviluppo, autoformazione attraverso le attività di espressione, di comunicazione, creative, ecc. (ibid. pag.50). L'educazione nuova è propriamente attività del fanciullo, è la sua vita. Per svilupparsi il fanciullo deve soddisfare i bisogni che lo sviluppo fa nascere successivamente in lui: bisogni fisici, affettivi, sociali, cognitivi, di attività, di libertà, ecc. (ibid. pag 83 e segg.).
Michelangelo Pucci