Agostino ha scritto: "So che cosa è il tempo se nessuno me lo chiede, ma se tento di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più".
La filosofia nei secoli ha cercato di spiegarlo senza riuscirci perché le mancava la chiave interpretativa, trovata solo con la scoperta delle leggi della termodinamica.
In particolare la seconda legge stabilisce che l’energia si trasforma secondo un movimento irreversibile.
Noi ci accorgiamo del trascorrere del tempo dalla successione degli eventi. Questi sono dovuti a trasformazioni di energia, per cui, in definitiva la percezione del tempo è la percezione della trasformazione dell’energia.
Il tempo riflette la variazione di energia e, come questa, scorre in una direzione sola, ne è la misura ed è irreversibile. La trasformazione dell’energia è il suo passaggio da uno stato di disponibilità ad uno stato di non disponibilità.
L’aumento dell’energia non più disponibile è detto Entropia. Il tempo, dunque, è una funzione della variazione di Entropia.
Secondo la concezione meccanicistica quanto maggiore è la quantità di energia impiegata e quanto più veloce è la trasformazione tanto maggiore sarebbe il tempo risparmiato. Infatti se nel compiere un evento impiego una maggiore quantità di energia, ho l’illusione di risparmiare tempo; ad es. per compiere un viaggio impiego l’auto, o il treno, o l’aereo, impiego minor tempo e mi illudo di risparmiare tempo. Ma è proprio così?
Io personalmente impiego minor tempo, non c’è dubbio, ma questo tempo che io credo di aver risparmiato l’ho tolto dall’economia globale del sistema Universo, nel quale vale l’equivalenza energia-tempo. Quanta più energia si consuma tanto meno ne rimane disponibile e tanto meno tempo rimane disponibile per il futuro dell’Universo che così durerà di meno.
Alla fine dei conti il tempo che io ho creduto di risparmiare l’ho sottratto alla durata della vita del sistema globale. (vedi J.Rifkin - Entropia: la nuova concezione del mondo - Mondadori 1982
Michelangelo Pucci