Testimonianze archeologiche di vita umana a Tortora si hanno anche per il Paleolitico Medio e per il Paleolitico Superiore.
Si tratta di utensili litici e ossa di animali ritrovati nella grotta di Torre Nave.
La grotta di Torre Nave
E’ questa un antro che si addentra nella falesia verticale in cima alla quale svetta la costruzione detta Torre Nave. L’imbocco della grotta, sito sul lato sinistro della parete rocciosa, non è visibile facilmente dalla strada, nascosto da uno spuntone roccioso che chiude la base semicircolare della falesia. Per vederlo bisogna avvicinarsi proprio ai piedi della rupe oppure spostarsi a piedi lungo la vecchia SS 18 di Falconara verso sud. Attualmente si apre nella roccia a livello del piano di calpestio per effetto di un riempimento artificiale. Una volta l'orlo inferiore dell'imbocco della cavità si trovava ad qualche metro dal piano di campagna.
Al momento della scoperta la cavità era quasi interamente ostruita da un riempimento interno, ora rimosso per permettere l'indagine archeolo-gica. L’interno presenta stalattiti e stalagmiti, segno e conseguenza di un’intensa umidità da infiltrazione. Il piano di calpestio è movimentato a diversi piani.
I sondaggi stratigrafici hanno messo in evidenza una ventina di livelli.
Paleolitico medio
Il livello 11 ha restituito un paleosuolo con ossa e carboni. I successivi hanno restituito reperti dell’industria musteriana. Di questi il livello 13 è quello che ha dato materiali di studio sufficienti. Di essi fanno parte strumenti litici come raschiatoi, i più antichi realizzati con la tecnica levallois, e, successivi, denticolati, incavi, grattatoi, bulini, punteruoli, coltelli, lame. I manufatti dei livelli inferiori sono in calcare, sostituito gradualmente nei livelli superiori dalla selce.
Il livello 11 ha restituito un paleosuolo con ossa e carboni. I successivi hanno restituito reperti dell’industria musteriana. Di questi il livello 13 è quello che ha dato materiali di studio sufficienti. Di essi fanno parte strumenti litici come raschiatoi, i più antichi realizzati con la tecnica levallois, e, successivi, denticolati, incavi, grattatoi, bulini, punteruoli, coltelli, lame. I manufatti dei livelli inferiori sono in calcare, sostituito gradualmente nei livelli superiori dalla selce.
Accanto al materiale litico, un po’ in tutti i livelli, ma soprattutto nel livello 13 sono stati rinvenuti resti faunistici appartenenti, in prevalenza, a cervi e ad altre specie cosiddette ‘fredde’ il cui habitat appartiene a un clima molto più rigido e continentale dell’attuale. Rinvenuti anche frammenti ossei umani attribuibili al paleolitico medio.
Queste evidenze archeologiche testimoniano mutazioni climatiche e ambientali notevoli rispetto al periodo del Paleolitico Inferiore. Anzitutto il territorio aveva subito un sollevamento dovuto al bradisismo che tuttora interessa la Calabria. Questo sollevamento aveva comportato un’escavazione erosiva delle valli fluviali con notevole apporto di materiale a mare e un primo riempimento del golfo con la creazione di una striscia di pianura.
Osservando l’andamento del fondo marino antistante la costa non si nota una piattaforma continentale né gradoni, ma un’unica piattaforma che, a poca distanza dalla riva, precipita verso il fondo con una ripida scarpata. Ciò lascia supporre che il deposito costituente la piana della Marina è geologicamente abbastanza recente. In quell’era la grotta doveva essere di qualche metro più alta sul livello della stretta piana allora esistente essendo nel corso dell’ultima glaciazione che comportò un abbassamento del livello del mare di almeno 50-60 m. nel periodo di massimo spessore dei ghiacci (circa 40 mila anni fa), ma anche un contemporaneo abbassamento del suolo per effetto del carico dello strato dei ghiacciai, considerando anche lo stato del bradisismo. Questa posizione la rendeva più sicura e difendibile da ‘visite’ indesiderate e quindi ideale come abitazione per diverse decine di millenni.
Ma cerchiamo di conoscere più da vicino gli abitanti della grotta di Torre Nave.
Gli abitanti della grotta di Torre Nave:
- l’Homo di Neanderthal
La grotta è stata abitata nel paleolitico medio dall’homo di Neanderthal, vissuto nel periodo 40.000-30.000 anni a.C., nella prima fase dell’era glaciale Wûrm.
L'homo di Neanderthal aveva una struttura corporea tozza e pesante, adattato al clima freddo dell'ultima glaciazione, ossa spesse, arcuate e corte, articolazioni ampie, muscoli sviluppati e potenti tali da supportare grossi pesi, testa massiccia, cervello più sviluppato nella parte occipitale che nella parte anteriore, fronte bassa, arcate sopraccigliari pronunciate, naso largo, mandibola robusta e forte.
Abitava in caverne dove macellava e cuoceva gli animali catturati e lavorava le pelli di cui si vestiva, pulendole con raschiatoi di pietra e masticandole per ammorbidirle. Gli scarti delle lavorazioni e i rifiuti organici e dei pasti restavano sparsi sul pavimento e coperti di terra o di materiale vegetale in strati soprapposti.
Mangiava i prodotti dei vegetali del suo habitat (frutta selvatica, ghiande, bacche, semi delle graminacee, ecc), i prodotti derivati dagli animali cacciati che consumava preferibilmente arrostiti.
Viveva in clan ristretti di tipo patriarcale, formati da gruppi di massimo 25 individui, fra i quali si praticava lo scambio di femmine per il ricambio genetico. Il giovane a 15 anni era già adulto; la sua vita era assai breve: raramente arrivava a 40 anni.
L’incompleto sviluppo del lobo frontale gli impediva di padroneggiare la base concettuale del linguaggio, mentre la laringe non ancora strutturata e non completamente sviluppata non gli consentiva di articolare tutti i suoni del linguaggio dell'uomo moderno.
Praticava riti magici, l'inumazione, aveva una qualche idea dell'aldilà e della sopravvivenza dopo la morte, venerava e temeva divinità di tipo tellurico e di tipo uranico.
- l'homo sapiens sapiens (tipo Cro-Magnon)
Successivamente, nel paleolitico superiore, la grotta di Torre Nave è stata frequentata dall’homo sapiens sapiens (tipo Cro-Magnon), vissuto nella seconda fase dell’era glaciale Wûrm.
A questo periodo sono databili i reperti archeologici di cui sopra. Il Cro-Magnon era già in possesso dei caratteri evolutivi dell’uomo attuale, quanto all’aspetto fisico e quanto al livello di intelligenza. Il suo cranio rivela lo sviluppo dell’area frontale del cervello, sede delle strutture che presiedono alle funzioni del linguaggio. Di conseguenza egli possedeva un linguaggio abbastanza evoluto che gli consentiva rapporti sociali più articolati a base familiare.
Paleolitico Superiore
A questo periodo, corrispondente a quello degli strati più superficiali e quindi più recenti della grotta di Torre Nave e degli strati più profondi degli scavi della Grotta della Madonna a Praia a Mare (12.500 - 8.000 anni a.C.), risalgono i reperti dei livelli 7, 8, 9 (bulini e grattatoi)
In questo periodo l'uomo viveva di raccolta (frutta, bacche, semi presenti nei boschi del territorio, molluschi terrestri: come la Limax Ligata testimoniata nello stesso periodo dai reperti della Grotta della Madonna), di caccia (grandi mammiferi: cervidi e capridi) e di pesca (Salmo Trutta testimoniata nelle stesso periodo dai ritrovamenti nella citata Grotta della Madonna), anche se a Torre Nave non abbiamo evidenze archeologiche di lische di pesce di più difficile conservazione.
A questo periodo, corrispondente a quello degli strati più superficiali e quindi più recenti della grotta di Torre Nave e degli strati più profondi degli scavi della Grotta della Madonna a Praia a Mare (12.500 - 8.000 anni a.C.), risalgono i reperti dei livelli 7, 8, 9 (bulini e grattatoi)
In questo periodo l'uomo viveva di raccolta (frutta, bacche, semi presenti nei boschi del territorio, molluschi terrestri: come la Limax Ligata testimoniata nello stesso periodo dai reperti della Grotta della Madonna), di caccia (grandi mammiferi: cervidi e capridi) e di pesca (Salmo Trutta testimoniata nelle stesso periodo dai ritrovamenti nella citata Grotta della Madonna), anche se a Torre Nave non abbiamo evidenze archeologiche di lische di pesce di più difficile conservazione.
Per difendersi dal freddo vestiva abiti di pelle conciata, confezionati con maggiore accuratezza.
Praticava riti magici, usava coloranti, praticava l’inumazione come il Neanderthal, aveva una qualche idea dell’aldilà e della sopravvivenza dopo la morte.
Per difendersi dal freddo vestiva abiti di pelle conciata e confezionati con maggiore accuratezza.
Praticava riti magici, usava coloranti, praticava l’inumazione come il Neanderthal, aveva una qualche idea dell’aldilà e della sopravvivenza dopo la morte.
Data l’alta umidità della grotta, c’è da supporre che il rachitismo fosse molto diffuso (ne sono un esempio documentato gli uomini della grotta di Papasidero, i cui scheletri rachitici sono esposti in loco, i quali vivevano nelle stesse condizioni di umidità riscontrata nella grotta di Torre Nave).