Per la gente comune l’intelligenza è una cosa semplice: per i genitori se il loro figliolo si mostra iperattivo è intelligente; per gli insegnanti se i loro scolari sanno ripetere le loro lezioni sono intelligenti; altri definiscono intelligente chi ha una fervida immaginazione; e così via.
Per i filosofi e gli psicologi le cose sono un po’ più complicate: per i secondi l’intelligenza è un problema, che si può risolvere mediante un’accurata ricerca su base scientifica sperimentale.
Per questa via si arriva a una prima definizione generale: l’intelligenza è una funzione generale di coordinamento di tutte le altre funzioni psichiche a fini operativi.
Sviluppando questa definizione generale si conclude poi che non esiste una sola intelligenza ma tante intelligenze, a seconda delle funzioni coordinate e dei campi in cui si manifesta.
La ricerca ci porta ad un altro problema: l’intelligenza è un dono di natura o è il frutto dell’educazione?
La ricerca svela pure che l’intelligenza è una funzione che è soggetta ad evoluzione e a sviluppo.
Se l’intelligenza è anche il risultato dell’esperienza, come è possibile promuoverne la crescita?
Michelangelo Pucci