La nascita di un bambino, si sa, è un evento meraviglioso e apportatore di gioia nella famiglia, ma perché sia così è necessario che tutti prestino tutta la loro attenzione e tutte le loro cure nell’assistere il neonato nei primi momenti di vita.Nella vita intrauterina egli assume l’ossigeno attraverso il sangue materno che gli fluisce attraverso il cordone ombelicale. Appena nato e tagliato il cordone ombelicale, egli deve ossigenare il proprio sangue attraverso la respirazione.Ma i suoi polmoni e i suoi bronchi sono intasati di liquido amniotico di cui si deve liberare al più presto per poter respirare. Per far questo ha bisogno dell’aiuto della mamma e/o della levatrice. Ognuna delle due deve prestare la massima attenzione e deve provvedere al bambino e controllare che prenda a respirare bene.Nel caso di trascuratezza dell’una e/o dell’altra o nel caso in cui ognuna delle due, convinta che l’altra abbia provveduto, non soccorre il bambino, questi muore per asfissia.Il detto però non si riferisce all’evento reale, ma, metaforicamente, allude a tutti i casi in cui a due o più persone viene dato l’incarico di provvedere ad una determinata funzione, ma nessuna di esse intervienefidando, o dando per scontato, che se ne occupi l’altra.
In esso è sotteso l’ammaestramento di affidare un’incombenza, a cui si tiene, ad una persona sola. L’incarico dato a più persone rischia, spesso, di restare inevaso e allora è il caso di dire: ‘tra la màmma e la mamméana s’affucàji lu piccinìnnu!’
Michelangelo PUcci