I Santi
Iniziato come ammirazione verso quei cristiani che avevano testimoniato eroicamente fino alla morte la loro fede e assunti come modelli; proseguito come custodia dei loro corpi, è continuato come venerazione delle loro reliquie.
La commemorazione nel martirologio nel giorno della loro morte si trasforma nei secoli successivi in vere e proprie festività. La raffigurazione dei santi prima in forma pittorica nelle chiese e successivamente in forma scultorea apre la strada al vero e proprio culto, all'erezione di templi e santuari in loro onore, meta di pellegrinaggi, ad essi i fedeli rivolgono preghiere e suppliche, e chiedono grazie, i loro simulacri vengono portati in processione ecc.
Il culto di Maria e dei santi ha sostituito nella cultura del popolo i culti pagani delle religioni precristiane. A volte festività cristiane sono la continuazione di festività pagane con il semplice cambiamento di nome.
Dottrina dell'aldilà
Nel racconto del povero Lazzaro e del ricco (Lc.16, 19-31) emerge la teorizzazione di un aldilà costituito dal "regno dei cieli" dove si trova Abramo, i patriarchi, Mosè ed i profeti e da un inferno, luogo di tormenti dove i cattivi bruciano nel fuoco.
Nei secoli successivi maturò la dottrina del "purgatorio", inteso come terzo luogo dell'aldilà dove le anime, non meritevoli dell'inferno e neppure degne del paradiso, scontano una pena temporale in attesa di meritare il paradiso.
Il primo a parlare di pene temporali da scontare dopo la morte fu Clemente Alessandrino nel IIIE sec.
Nel VI sec. Cesario di Arles (m.nel 542) chiama "purgatorio" la pena temporale dopo la morte.
Gregorio Magno (540-604) enuncia la dottrina del purgatorio, ripresa nel XIIIE sec. da Tommaso d'Aquino e definita successivamente dai concili di Lione (1274), di Firenze (1439) e di Trento (1545-1563).
Dottrina della Storia
Nei testi del N.T. non emerge una concezione della storia, a parte gli spunti escatologici dei vangeli e dell'apocalisse. Sarà la riflessione dottrinale dei primi secoli, culminante con il pensiero di Agostino, a formulare una concezione della Storia vista come un tessuto di vicende umane e di interventi divini ordinati in un processo unitario in cui
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