Generale

Generale (553)

Questo vaso prova che gli Enotri intrattenevano rapporti commerciali con le vicine colonie greche dalle quali acquistavano prodotti voluttuari come profumi e simili.

Una delle tante tombe lucane rinvenute nell'estremità ovest di S.Brancato.

E' un'altra prova dell'esistenza sul Palèstro di una città fortificata già in epoca enotria e lucana.

Dedicati alla triade Giove-Giunone-Minerva. Costruiti di fronte al lato aperto del foro nella parte più alta della città.

E' una prova dell'esistenza sul Palèstro di un centro abitato di una certa importanza.

Tomba a tumulo. Pianta di forma circolare. Parte inferiore cilindrica in muratura . Parte culminante in terra disposta a cono. Al centro un pilastro a pianta quadrata con un foro centrale che metteva in comunicazione la sommità con la cella che all'origine conteneva la cassetta con le ceneri del defunto.

E' il piedistallo del monumento eretto in onore di M. Arrio per ringraziarlo di aver elargito grano ai suoi concittadini in un anno di carestia. Gli esperti lo fanno risalire al I sec. d.C. L'iscrizione fornisce la prova inconfutabile che sul Palestro, in epoca romana, vi era una colonia retta da un duomvirato.

Il reperto è datato nella seconda metà del III sec. d.C., attribuibile, secondo gli esperti, a bottega campana. L'iscrizione recita che il sarcofago fu comprato da Vibo Ampliato per la cognata Cominia Damianete, morta a 21 anni, e per la moglie Cominia Olimpiade, ancora in vita.

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