Via popolare, una volta spina dorsale di collegamento della parte alta con la parte bassa del paese. Fino agli anni 1960 il fondo era selciato e a gradoni. La sistemazione attuale con l'eliminazione dei gradoni e con la lastricatura in cemento fu realizzata per consentire l'accesso a furgoncini e piccole automobili.
Una volta era un budello come il Carròlo. Fu ampliata, con sventramento delle case poste sulla sinistra salendo, in occasione della costruzione della strada carrabile di collegamento alla SS 18.
Questo varco fu aperto sventrando una casa quando fu costruita la strada carrabile che entra in paese al Ponte. Fu reso necessario per entrare in paese con carri e calessi.
Costruito su un costone del monte Cifòlo, il paese appena si vede dal mare. Visto dall'abitato, il monte Vallina dà l'idea di una piramide naturale. Alle sue spalle si intravede la cresta del monte Serramale (m.1261), dalle pendici boscose, per secoli covo di briganti.
Chiamato 'il Palazzo', era la fortificazione posta sull'unico lato accessibile dello sperone roccioso su cui fu costruita Julitta, divenuta poi la sede dei baroni di Tortora.
La fonetica tortorese ha alcune caratteristiche che la distinguono da quella
italiana, ma l'accomunano a molti dialetti degli Alti-Bruzi calabresi. Sono
soprattutto suoni vocalici costituiti dalla modulazione di due o più vocali.