Attuale porto, ricostruito dopo la mareggiata del 1987 che ne demolì i moli.
Alle spalle del porto è visibile la collina di Capo la Timpa, dove, sulla cima e nei pianori sottostanti sono state rinvenute tracce di presenze arcaiche, in particolare tracce in fondazione di una capanna dell'età del bronzo, di costruzioni enotrie, di edifici lucani e e di ville romane.
Il pianoro di S. Brancato, fino a questo momento delle indagini, ha restituito oltre centoventi tombe enotrie e lucane, una stele enotria, una chiesetta longobarda. Sul palestro, il colle in alto nell'immagine, finora sono stati portati alla luce la cinta muraria enotria-lucana-romana, monete romane del V-VI sec. il cippo di M.Arrio, l'area sacra romana con tre tempietti, il foro romano, edifici e strade romane, tracce dell'abitato enotrio e lucano.
Foce del fiume Noce, la Marina di Tortora, sullo sfondo l'isola Dino. E' evidente la maggiore erosione della spiaggia in corrispondenza del villaggio Porto, dove furono e sono opposti ostacoli rigidi ai marosi.
Nella seconda fase feudale i feudi diventano ereditari e possono essere oggetto di donazione o vendita.
Vedi: la dominazione straniera: spagnola e francese; l'Indipendenza controllata: i Borboni