Tortora nel periodo del Paleolitico inferiore

Aspetto presunto dell'Homo Sapiens Aspetto presunto dell'Homo Sapiens

L'homo sapiens del Rosaneto - Localizzazione a Tortora
Le contrade sicuramente abitate fin dal paleolitico inferiore sono i pianori e i terrazzamenti, prospicienti il mare, alle pendici del monte Cifòlo.

Sono suoli di origine marina e fluviale. Ancora oggi è possibile osservare della ghiaia a grana rotondeggiante mista a sabbia rossa (Rosaneto e Crisose) o solo sabbia grigia (S.Brancato) o solo ghiaia a grana più grossa (sella tra il Palècastro e S.Brancato), testimonianza delle ere geologiche (intorno a 2 milioni di anni a.C.) quando quei pianori, sollevati alla quota attuale dal bradisismo che tutt'ora interessa la Calabria,  si trovavano al livello del mare come spiaggia e greti del Noce e del la Fiumarella che allora scorrevano in valli meno profonde rispetto alle attuali.

- Habitat
In queste zone, ricche di acque, di boschi e di selvaggina, l’uomo trovò il suo habitat ideale con i fitti boschi che all'epoca coprivano i fianchi delle colline e la presenza di numerose grotte nelle falesie sulle due rive della Fiumarella, rifugio sicuro ad uso abitativo, di origine carsica, messe in evidenza dal crollo dei fronti rocciosi a mano a mano che il fiume scavava la valle erodendo le scarpate laterali. Luoghi di caccia e di industria erano il Rosaneto, S.Brancato, Julitta di Tortora e, al di là della Fiumarella, sopra Castiglione, S.Nicola e S.Stefano.

- Ritrovamenti
Ne è testimonianza il ricco ritrovamento nella località Rosaneto al margine di un terrazzamento di 140 choppers in calcare, selce e quarzite, di 67 strumenti bifacciali, di una ventina di altri manufatti, di 4 hacheraux, di altri 300 strumenti, di 400 scarti di lavorazione (oggi custoditi nel museo archelogico di Reggio Calabria).
Questi sono i reperti ritrovati, ma non si esclude che esistano in zona altri depositi non ancora venuti alla luce.

- Produzione materiale
La presenza di 400 scarti di lavorazione prova che non si tratta di strumenti abbandonati dopo l’uso o rimasti lì dopo l’abbandono della zona da parte dell’uomo, ma che lì vi era praticata una vera propria industria.
Questa abbondante produzione prova due cose:
1° che essa dovesse servire non ad un solo gruppo familiare ma a parecchi gruppi diffusi nel territorio,
2° che essa servisse a rifornire di strumenti altri gruppi umani insediati nell’entroterra lungo le valli dei due corsi d’acqua.
La materia prima di questi manufatti erano i ciottoli che abbondavano, come tuttora, nei greti dei due fiumi.
Ma chi erano e come erano gli uomini che vissero in questo territorio in quel lontano periodo?

Datazione e identificazione 
Stando ai paleoantropologi erano individui appartenenti allo stadio evolutivo dell’homo sapiens vissuto da 1.000.000 fino a 100.000 anni a.C.. Gli esperti fanno risalire gli strumenti ritrovati al Rosaneto ad un arco di tempo che va da 300.000 a 150.000 anni a.C. nell'era interglaciale Mindel-Riss.
L’homo sapiens è chiamato così perché, come si rileva dai suoi manufatti, non usa il suo cervello solo per fabbricare gli utensili, ma incomincia a usarlo per pensare, cioè per abbozzare un pensiero rudimentale sotto forma di previsioni e di ipotesi che lo portano a variare le tecniche di lavorazione degli strumenti per meglio adattarli alla funzione cui erano destinati.

- Conformazione fisica
Fisicamente era di bassa statura, aveva una scatola cranica di minore capienza rispetto alla nostra, allungata all’indietro, con la fronte schiacciata, con le orbite sopraccigliari accentuate, il viso dal profilo prognato e dal prospetto più largo e massiccio con zigomi prominenti. Viveva di raccolta e caccia in piccoli gruppi familiari.

- Cultura materiale
Si serviva del fuoco per scaldarsi e difendersi dalle belve. Probabilmente non sapeva ancora accenderlo, ma conservava dei tizzoni accesi, presi da incendi spontanei nei boschi. Raccoltolo così, manteneva acceso il fuoco nella grotta, alimentandolo con sterpi e legna secca.

- Alimentazione
Si nutriva dei prodotti della raccolta (tuberi, semi di graminacee, frutta selvatica, ghiande, bacche), della caccia (insetti, vermi, piccoli rettili, mammiferi di piccola taglia e, più raramente, mammiferi di taglia media) e della pesca (pesci di mare e di fiume catturati con strumenti rudimentali quali grossi ciottoli e bastoni).
Probabilmente cuoceva questi prodotti per scottatura o abbrustolimento sui carboni ardenti o su pietre infuocate.

Cultura sociale e religione
Non possedeva il linguaggio fatto di frasi, ma uno costituito da suoni più o meno modulati. Non abbiamo dati che attestino il seppellimento dei morti. Non era ancora capace di provare sentimenti religiosi, ma era capace di emozioni anche forti di fronte ai fenomeni naturali, provava gioia all’apparizione della luce la mattina e al sorgere del sole, invece era assalito da ansia al calar del sole ed era afferrato da intimo terrore al calare delle tenebre. Probabilmente era poligamo e allontanava dal gruppo i figli maschi quando raggiungevano la pubertà, salvo essere rimpiazzato da uno di loro quando perdeva le forze, nel qual caso era lui a doversi allontanare.

-Rapporto con l'uomo attuale
A scanso di equivoci, bisogna precisare che l’uomo del Rosaneto non è un nostro progenitore poiché, estintosi, fu sostituito dall’homo di Neanderthal, il quale, a sua volta, si estinse e fu sostituito dal Cro-Magnon dal quale discendiamo tutti gli uomini del mondo intero.
 

                                                                             Michelangelo Pucci

 

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