Casa Lomonaco di Mbedilatérra

Cortile interno della Casa Lomonaco Cortile interno della Casa Lomonaco Michelangelo Pucci

Costruita sul ciglio di ‘lu vàvuzu di Mbedilatérra’ domina la vallata.

Dalle sue logge si vedono il monte Ciàgola, Aieta, la costa di Cirieno, il bosco sottostante, il corso inferiore della Fiumarella, la collina del Palestro, la piana della Marina e il mare.

E’ un’abitazione signorile, inaccessibile dalla falesia, munita per la parte restante da un alto muro di recinzione, nel quale si apre un grande portale litico, una volta chiuso da un robusto portone di legno, difeso superiormente da una caditoia. Il portone dà accesso ad un cortile dal quale si accede al piano terra dove una volta erano situate le stalle ed un frantoio (trappìtu). A lato destro c’è una scalinata che dà accesso, a primo piano, ad un loggiato a quattro archi a tutto sesto, nel quale si aprono gli usci di entrata alle varie parti del piano nobile.

Oggi la casa è divisa fra varie unità immobiliari vendute ad estranei alla famiglia Lomonaco. A questi rimane un'ala comprendente il salone, una stanza e due piccole alcove, una delle quali, adesso, funge da ingresso. A mezzogiorno del salone si aprono due balconi che accedono ad una tezzazza con vista sui monti, sulla valle e sul mare. La parte più interessante del salone è il soffitto, ormai in stato precario di conservazione per infiltrazioni di umidità e spanciato, decorato con un grande affresco al centro raffigurante la figlia del faraone nel momento in cui rinviene fra i giunchi Mosè bambino e, ai centro dei quattro lati, medaglioni con le quattro stagioni, tutti di Genesio Gualtieri di Mormanno, pittore del 1700 autore anche di rappresentazioni sacre nella chiesa di S. Pietro Apostolo. I dipinti presentano macchie nere di umidità, ma sono ancora leggibili.

                                                                     Michelangelo Pucci
 

Go to top