Michelangelo Pucci
Quivi furono rinvenute, secondo una leggenda, le reliquie di S.Biagio nel mese di maggio del 732 d.C., successivamente traslate nella chiesa in cima allo sperone roccioso di Maratea Castello.
Scavi archeologici del 1992 hanno portato alla luce sette vasche di epoca romana per la produzione del garum.
Sul fondo del mare circostante sono state pescate numerose ancore di piombo e alcune anfore di età romana a riprova o di naufragi o di abbandono di ancore incagliate negli scogli da parte di navi in sosta per il caricamento del garum.
Attuale porto, ricostruito dopo la mareggiata del 1987 che ne demolì i moli.
Alle spalle del porto è visibile la collina di Capo la Timpa, dove, sulla cima e nei pianori sottostanti sono state rinvenute tracce di presenze arcaiche, in particolare tracce in fondazione di una capanna dell'età del bronzo, di costruzioni enotrie, di edifici lucani e e di ville romane.
Il pianoro di S. Brancato, fino a questo momento delle indagini, ha restituito oltre centoventi tombe enotrie e lucane, una stele enotria, una chiesetta longobarda. Sul palestro, il colle in alto nell'immagine, finora sono stati portati alla luce la cinta muraria enotria-lucana-romana, monete romane del V-VI sec. il cippo di M.Arrio, l'area sacra romana con tre tempietti, il foro romano, edifici e strade romane, tracce dell'abitato enotrio e lucano.