Lu Pajìsi, ormai per buona parte disabitato, sta rivivendo una una nuova giovinezza grazie alle ristrutturazioni del patrimonio edilizio con i fondi del terremoto e a recenti opere di arredo urbano.Si adagia a mezza collina, sulle pendici del monte Cifolo. Si allunga digradando dal punto più alto, ‘ La Grangìja’, al punto più basso, ‘Mbedilatérra’, sul dorso di un costone che separa il Vallone del Ponte da quello della Castagnara.
La parte più bassa, la più antica, è aggrappata sulla cima di uno sperone tra due pareti rocciose a strapiombo sui due valloni, in una posizione arroccata e naturalmente protetta. Lo sperone è il residuo di una grande vallata a profilo a 'U' di origine glaciale, formatasi presumibilmente intorno a 4.000.000 di anni fa all'epoca delle grandi glaciazioni; se ne vede dall'altra parte del fiume la parte corrispondente chiamata Cirieno. Successivamente la parte mediana della valle è stata scavata dal fiume dopo il ritiro dei ghiacciai e a seguito del bradisismo di sollevamento che ha interessato tutto lo zoccolo continentale nelle ere geologiche. Per effetto dell'escavazione e del crollo del fronte roccioso vennero alla luce (presumibilmente intorno a 3.000.000 di anni fa) le varie grotte che si vedono sulle pareti delle falesie che appaiono a mezza costa nella valle.
Le vedute dalla collina Sarre e dal mare sono uniche e affascinanti proprio per questa caratteristica. Da un’altezza media di 280 metri di altitudine, il paese appena occhieggia la Marina e il mare.
Chi guarda dal mare lo intravede infossato nella valle, adagiato ai piedi della Vallina come se dormisse.
La piazza per antonomasia Lo slargo più vasto del paese prima dell’allargamento del Ponte.
Il rione posto ai piedi della terra (in fondo alla terra). La parte altimetricamente più bassa del paese.
La diretta tra Mballatùrru e lu Pòndi. Si tratta di un vico a scalinata a gradoni molto distanziati.
Il collegamento più diretto tra Mballatùrru e lu Carròli è un vico a scalinata con gradoni abbastanza allargati, è la 'vija di Mìenzu.
Parte da Mballatùrru a sinistra della chiesa dedicata alla anime del Purgatorio. Passa tra case di stile popolare e sbocca alla carrabile detta ‘Stréata’.
Prima della costruzione di questa carrabile, il vico proseguiva direttamente al Carròli per la scalinata che sale dall’Arco alla Grangìja, incrociando il vico che dal Tirrone saliva al medio Carròli.
Subito dopo la cappella del Purgatorio, salendo, si impone all'attenzione un grande portale litico che dà accesso ad un cortile, particolare distintivo di una casa signorile di una certa importanza, quella dei Lagamma, secondo lo stile classico simile a quello della casa dei Lomonaco.
Michelangelo Pucci
Piazzetta storica dai ricordi gloriosi. Il nome gli viene dalla sua collocazione ai piedi della torre:
La via principale di accesso all'antico borgo, aperta a tutti.
Un balcone naturale sulla valle. Il toponimo probabilmente risale all'epoca bizantina
Un balcone naturale su un panorama molto ampio. Il rione prende il nome dal Convento dei Francescani, ormai dismesso come complesso conventuale, di cui è rimasta solo la chiesa.
Il salotto del paese. Punto di arrivo, di incontri, di affari, di svago. Questo rione prende il nome dal ponte che scavalca il canalone