Mballatùrru

Piazzetta storica dai ricordi gloriosi. Il nome gli viene dalla sua collocazione ai piedi della torre:

quella che proteggeva l’accesso al borgo antico. Fino a pochi mesi fa era possibile vedere ancora nelle case che vi si affacciano i segni dell’architettura caratteristica dei torrioni difensivi.
Più che di piazza si deve parlare di un largo. E’ il passaggio obbligato per accedere all’antica area fortificata di Julitta e del Castello delle Tortore. 
E’ stato ed è un ganglio delle vie di collegamento a tutti i rioni del paese: qui arriva la mulattiera che, attraverso Matriddòmini, univa Aieta a Tortora; di qui, a raggiera, si dipartono le due vie del Palazzo e del Purtòali che portano alla Chjàzza, Lu Tirròni, che sale a lu Pòndi, la Vìa di Mìenzu, che sale al Carròlu, la carrabile che, passando per la Vìa Grànni e Sandu Jàculu, arriva alla Stréata e a lu Pondi. 

Fino agli anni ’50, Mballatùrru è stato un centro di aggregazione sociale. Fungeva da salotto del paese per il riposo festivo o serale soprattutto degli anziani. Era il luogo d’appuntamento per chiunque volesse scambiare quattro chiacchiere con gli amici. Vi si incontravano gli uomini d’affari. Vi aveva luogo il mercato settimanale di mercanti o produttori sia locali che provenienti da Aieta o da Laino. In occasione delle ricorrenze festive annuali, vi si svolgevano anche le fiere di animali, raggruppati in via Matriddòmini. 
Qui avvenivano le dimostrazioni di ogni genere e le adunate politiche del regime nel ventennio e dei comizi nel dopoguerra. 
Dagli anni ’50 in poi è stato soppiantato in questa funzione da lu Pòndi.                                                       

                                                                   Michelangelo Pucci

 

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