Il nome, Portale, deriva dall’esistenza, in epoca medioevale, di una seconda porta di ingresso all’area fortificata. Successivamente, in tempi più sicuri, il grande portone (purtòali) fu rimosso e fu aperto un passaggio libero destinato soprattutto ai popolani che si ritiravano dalle campagne con gli asini carichi. Tracce dell'arco di questo secondo portone si intravedono in uno spuntone sullo spigolo del torrione del palazzo Casapesenna. L'arco si apriva fra il torrione stesso e una torre inglobata nella casa che fiancheggia a destra la salita che porta al vico 'S.Andrìja'.
Rimase invece in funzione, sulla sinistra, il portone di accesso al palazzo dei signori. C’è da ipotizzare che il detto ‘va’ ggìra pi Sand’Andrìja!’ sia stato coniato in questa occasione: quando un contadino cercava di andare in piazza attraverso il portone del palazzo, la guardia lo fermava e gli ingiungeva: ‘va’ ggìra pi Sandrìja!’, il giro fuori le mura del palazzo fortificato.
A via ‘Sand’Andrìja’, che corre tra il palazzo e Julitta, varcando una terza porta, arrivava chi saliva dalla Marina attraverso uno stretto vico che sbuca a pochi metri dalla piazza e che conservava fino a pochi decenni fa il toponimo ‘Vico Julitta’.
Michelangelo Pucci
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