Il vulcano

             E’ martedì, primo giorno settimanale di passeggiata. Ci incamminiamo lungo la via Cassia nella direzione di Arezzo. Dopo un primo tratto in fila per due, arriva l’ordine di ‘rompete le righe!’ e continuiamo in piccoli gruppetti lungo il margine destro della strada. Dopo circa un chilometro svoltiamo a destra per una stradina di campagna.

Ci accompagna un sole primaverile che va e viene dietro le nuvole. Chi, di nascosto, caccia le lucertole, chi con bastoni di fortuna, raccolti via facendo, batte i cespugli, chi caracolla avanti e dietro padre Granero che ci accompagna e che intrattiene il gruppo a lui più vicino con racconti sulla sua vita di studente. Dopo circa mezz’ora arriviamo ad una collinetta boscosa detta ‘il vulcano’ forse per la sua forma conica. I suoi declivi sono dolci e coperti da cespugli di piante varie e da radi alberi di pino. Nella piccola radura sulla cima organizziamo il gioco.

Ci dividiamo nelle due squadre dei soliti greci e troiani. Si tratta di una guerra finta in cui i componenti di ogni squadra, dopo aver preso posizione in zone opposte della collinetta, avanzano in direzione dei ‘nemici’ nel tentativo di conquistarne il territorio. Nell’avanzata ognuno procede nascosto fra i cespugli per non farsi vedere dagli avversari. Chi si espone ed è visto viene chiamato per nome, fatto in tal modo prigioniero, deve uscire dal gioco e ritirarsi nella radura. Vince la squadra che, eliminando tutti i ‘nemici’, ne conquista il territorio. Padre Granero è sempre pronto con bonarietà a dirimere il frequente contenzioso tra i contendenti. - “Ti ho visto!” – “No, non mi hai visto!” - . Mentre le avanguardie avanzano, alcuni della retroguardia si attardano fra i cespugli in attività di esplorazione autonoma del bosco. Vanno a costituire i ‘dispersi’ che non fanno tornare i conti nella numerazione dei prigionieri e lasciano incerto l’esito della ‘guerra’. - Cherubini … ! Belli … ! … Cherubiniii … ! Belliii … ! – Finalmente spuntano da campi opposti. Sono gli ultimi ‘dispersi’ … . Il primo guadagna la radura saltellando … , si era attardato dietro delle coccinelle di cui stringeva in mano un esemplare. Il secondo, un sognatore, si era fermato a studiare dei fiori di biancospino e raccolto una violacciocca.

Ora che siamo tutti possiamo tornare. Ci attende, nelle due ore di studio, l’ira di Achille per la perdita della sua bella Briseide!

 

Ultima modifica il Domenica, 16 Dicembre 2018 22:00

Super User

Michelangelo Pucci

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