Michelangelo Pucci
Quando parliamo di Istituzioni ci riferiamo ad ogni forma di organizzazione di persone con una strutturazione ed un regolamento interno che si propone una o più finalità economiche, sociali, culturali e politiche.
I sistemi produttivi di beni e mezzi, i sistemi di distribuzione, le banche, ecc. sono Istituzioni economiche; gli enti previdenziali, sanitari, assistenziali, ecc. sono Istituzioni sociali; le biblioteche, le accademie, le Università, ecc. sono Istituzioni culturali; lo Stato, gli enti locali, i partiti, ecc, sono Istituzioni politiche.
In generale le Istituzioni sono trasformatori di energia che si propongono di facilitare il flusso energetico a favore della comunità.
Ogni Istituzione, per il suo funzionamento, richiede l’impiego di risorse (energia).
Ogni Istituzione, almeno inizialmente, ha il compito di distribuire la maggiore quantità possibile di risorse (energia) agli utenti regolandone e facilitandone il flusso.
- Le istituzioni economiche e politiche, come le macchine, sono trasformatrici di energia. Il loro compito è di facilitare il flusso energetico attraverso la cultura. La velocità del flusso ne determina la vita, lo sviluppo e la fine. Ciò avviene in tre stadi.
1° stadio. Le istituzioni sono generalmente più flessibili, perché il flusso energetico viene usato prevalentemente per produrre i nuovi trasformatori (tecnologie) per il nuovo ambiente energetico. Le istituzioni hanno soprattutto la funzione di progettazione e coordinamento. In questo stadio di decollo di un nuovo ambiente energetico la popolazione resta al di fuori del flusso energetico che viene destinato alla costruzione della nuova base di trasformatori energetici, ma le dure condizioni di vita vengono facilmente sopportate perché peggiori erano quelle degli ultimi tempi dell'ambiente energetico precedente.
2° stadio. Una quantità sempre maggiore di energia comincia ad affluire direttamente attraverso il sistema sociale. In questo stadio comincia a farsi sentire il peso del processo entropico perché l'aumento del flusso di energia crea stati secondari di maggiore disordine lungo tutta la linea di flusso. I disordini sono di tre tipi: a) quelli che si verificano a causa della trasformazione di energia in vari prodotti o servizi; b) quelli che derivano dallo scambio di energia fra individui e gruppi; c) quelli che derivano dallo scarto dei rifiuti energetici.
Gli uomini per la loro sopravvivenza dipendono dal flusso energetico e sono continuamente coinvolti nel processo di trasformazione, scambio e scarto di energia.
Ogni volta che aggiungiamo il nostro lavoro a un prodotto o effettuiamo un servizio, utilizziamo energia e aumentiamo l'entropia totale dell'ambiente; ogni volta che spendiamo denaro per un prodotto o servizio, la banconota che spendiamo costituisce il pagamento per una quantità di energia spesa in precedenza; ogni volta che scartiamo qualcosa, un vecchio vestito o i resti del giorno precedente, si dissipa energia. La grandezza dei disordini dipende da come viene costituita la linea di flusso. A mano a mano che aumentano i disordini lungo la linea di flusso, il flusso stesso viene ostacolato. Le istituzioni si dilatano quando vengono costrette ad assorbire e a contenere i crescenti disordini sociali ed economici e a mantenere il flusso massimo. Periodicamente, quando le istituzioni non sono più in grado di contenere il disordine in aumento, scoppiano. Quando ciò accade, vengono costituite nuove istituzioni ancora più grandi e più centralizzate, mentre lo stato tenta di estendere il proprio dominio su nuovi territori geografici per pro-curarsi nuove fonti di energia disponibile per compensare l'esaurimento delle riserve esistenti. Ma le nuove conquiste comportano l'utilizzazione di quantità ancora maggiori di energia per formare eserciti, produrre armi, instaurare strutture burocratiche ecc.
3° stadio. Il complesso istituzionale è talmente centralizzato ed esteso da richiedere per la sua conservazione una quantità di energia superiore a quella che il sistema può fornire. Anziché facilitare il flusso energetico esso diventa un parassita che assorbe una notevole di energia, di conseguenza il flusso energetico rallenta lungo tutta la linea e la società comincia ad atrofizzarsi e il complesso istituzionale comincia a disintegrarsi. Così si spiega la caduta dell'antico Egitto, della Mesopotamia, di Roma ecc.
Il rimedio sembra essere di ridurre al minimo il flusso energetico per far rallentare il processo entropico, quello cioè di passare da uno stadio di colonizzazione (cioè di accelerazione del flusso) a uno stadio di climax (cioè di rallentamento del flusso).
L’utilità o inutilità o nocività delle Istituzioni dipende da un bilancio tra le risorse (energia) che esse assorbono per il loro funzionamento e le risorse (energia) che riescono ad erogare a favore dei fruenti del servizio che esse si propongono di prestare.
Una Istituzione è utile se la maggior parte dell’energia che essa trasforma va a beneficio degli utenti e solo una piccola parte è utilizzata per il proprio funzionamento.
E’ inutile quella che non eroga energia a favore di alcuno.
E’ nociva quella che, per mantenere in vita i propri meccanismi, brucia tutte le risorse che passano attraverso di essa o, peggio, quella che consuma anche le risorse dei propri utenti.
E' giusta o etica:
l'Istituzione economica che distribuisce le risorse secondo i meriti che scaturiscono dal lavoro di ognuno,
l'Istituzione sociale che distribuisce le risorse in maniera paritaria o secondo il bisogno ai propri consociati,
l'Istituzione politica che lo fa senza discriminazioni e senza creare privilegi.
Michelangelo Pucci
Voce onomatopeica, che riproduce il fitto parlottio delle 'comari', indica lo scambio di discorsi tra due o più persone su argomenti non impegnativi per passatempo.
Nel 1700 il regno di Napoli riacquista l'indipendenza sotto la protezione spagnola. I primi decenni del 1700 videro
- tre mutamenti dinastici nel regno di Napoli: tra il 1701 e il 1707 i Borboni di Spagna; tra il 1707 e il 1734 gli Asburgo d’Austria; nel 1734 ritorno dei Borboni con un re proprio di Napoli con l’indipendenza del regno;
Derivante dal sostantivo ‘cannéla’, che viene dal lat. candela, a sua volta dal verbo candeo (= essere bianco, rifulgere, essere infuocato),