Il monachesimo cenobitico, soprattutto quello benedettino, diffusosi in tutta l'Europa occidentale dall'Italia all'Inghilterra e dalla Francia alla Germania, ne fondò l'unità culturale e segnò l'inizio della rinascita civile del continente.
I monasteri nell'Europa occidentale
Quasi generale è il riconoscimento da parte degli storici della funzione civilizzatrice e culturale dei monasteri (Enc. De Agostini), in quattro settori: delle lettere, delle arti figurative, della musica, del lavoro agricolo e artigianale.
a) Nel campo delle Lettere di importanza capitale furono gli Scriptoria istituiti in ogni monastero benedettino. Essi divennero centri di recupero, di trascrizione e di conservazione dei testi antichi, non solo di contenuto religioso, ma i più vari, interessanti tutto lo scibile umano. Testi che via via andavano ad arricchire le biblioteche nelle quali ferveva un intenso lavoro di studio e di duplicazione dei testi stessi. Le biblioteche furono il presupposto necessario per lo sviluppo delle scuole: sia le scholae clausae (riservate ai religiosi), sia le scholae apertae (cui accedevano anche alunni esterni). Da questi vivai di cultura uscì una fitta schiera di uomini illustri, che onorarono e dominarono il loro tempo: papi, letterati, storici, filosofi, educatori, inventori; che vivificarono ciascuno nel proprio campo la cultura europea.
b) Nel campo dell'Arte: la necessità di costruire i monasteri nella loro varietà architettonica, come complessi di una molteplicità di servizi, portò all'affinamento dell'arte costruttiva e di quella decorativa. La regola benedettina accanto alla preghiera prevedeva attività lavorative; accanto al chiostro e alla chiesa erano necessari vari ambienti: dormitori, cucine, refettori, alloggi per l'abate, per i monaci, per i coloni, per i servi, magazzini, officine, scuderie, stalle, portinerie, infermerie, cimiteri. Gli sviluppi di quest'arte ebbero inizio dalla ripresa dell'arte paleocristiana, proseguirono nella creazione dell'arte romanica prima e di quella gotica poi.
Relativamente alla decorazione dei vari ambienti, i monasteri importarono artisti bizantini dei quali in un primo tempo ripeterono i motivi, in tempi successivi evolsero verso forme gradualmente più originali, sostituendo i fissi e ieratici modelli bizantini con figure dotate di un certo moto drammatico. Largo contributo alla diffusione dell'arte benedettina venne dalla scuola miniatoria cassinese.
c) Nel campo della musica, particolarmente importante fu la funzione svolta dai Benedettini dal medioevo in poi. La musica gregoriana trovò nei monasteri benedettini centri di conservazione e di diffusione; in essi si svilupparono centri scrittorii e si elaborarono fondamentali innovazioni nella composizione e nella teoria del canto e della musica sacra e liturgica (da Enc. De Agostini).
d) Nel campo della produzione agricola e artigianale, l'apporto dei monaci benedettini fu notevole e decisivo. Furono i monaci a riscoprire nei testi antichi e a rimettere in atto le dimenticate tecniche di coltivazione, di allevamento del bestiame e di lavorazioni artigianali, per rispondere alle esigenze della comunità monasteriale. Tecniche via via perfezionate e insegnate agli operatori esterni.
Per tutti questi motivi i monasteri a ragione sono stati definiti fari di civiltà nel medioevo.
Cambiamenti climatici e opere dell'uomo hanno favorito azioni distruttive della natura e, nello specifico che ci riguarda, del mare.
Le aree montane rappresentano la gran parte del terriotorio tortorese. Nei tempi dell'economia agricola, le aree montane erano una importante risorsa per il sistema produttivo del paese.
Fattori che portano il Cristianesimo negli angoli più remoti del mondo allora conosciuto.