La contrada del Carro, confinante a est con il territorio di Laino, a sud con quello di Aieta, è un insieme di pianori situati mediamente intorno agli 800 m. di altitudine che formano una sella tra i monti Serramale (m. 1274) e Rossello (m. 1149) a nord e Gada (m.1264) a sud, arcuata ad ovest nella vallata che scende a Tortora e ad est nella vallata che scende a Laino.
L’insieme dei piani ha, grosso modo la forma di un triangolo irregolare; con un lato di circa 2.000 m. che corre da SE da sopra Sàndu Nicòla a NO fino alla Montagnola; un secondo lato di 1.250 m. circa, che costeggia le falde del monte Rosello nella direzione NO-SE, il terzo lato di 2200 m. circa, procedente in direzione SO-NE lungo le falde del monte Gada e il confine con Laino.
Le vallette che si dipartono dai piani, sia a ovest sia a est, sono ricche di sorgenti, dalle quali hanno origine a ovest la Fiumarella, tributaria alla Marina di Tortora del fiume Noce, e a est il ruscello tributario del fiume Iannello, a sua volta affluente del fiume Lao.
Il toponimo, se non ha attinenza con il troppo scontato latino 'carrus' (carro, veicolo a due o a quattro ruote), potrebbe derivare dal greco dorico 'kàrron' (superiore), o = omega, con riferimento all'altitudine dei piani rispetto alle altre contrade della vallata, o dal preellenico kàrros (cerro), o = omicron, con riferimento agli alberi di cerro. Fu conferito, presumibilmente, dai monaci greco-bizantini di stanza a Sandu Nicola e a Sant'Elia.
Una bella vista dei piani del Carro si ha da nord allo sbocco della valle di Acqualisparte. Procedendo da questo punto si ha la possibilità di ammirare via via a destra anche i terrazzamenti che digradano in direzione di Sàndu Nicòla. Bellissimo e suggestivo è anche il panorama da sud, dalla strada a margine dei boschi, appena si arriva da Sandu Nicòla. Da questo punto è visibile sullo sfondo a destra il brullo monte Rossino e a sinistra il boscoso monte Serramale. A mano a mano che si cammina, si vedono occhieggiare tra il verde le masserie e si sentono i campanacci delle greggi al pascolo e le voci di richiamo dei massari.
Scendendo verso Tortora è possibile fermarsi e riposare sulle panchine di legno attorno a grezzi tavoli.
Passando nelle vicinanze delle case e degli ovili si vedono persone sempre in attività che rispondono al saluto dei viandanti con gentilezza, pronti a familiarizzare e a rispondere alle domande.
Gli abitanti della contrada parlano un dialetto con vocalizzazioni e cadenze simili a quello del dialetto di Laino.
Nell’immediato dopoguerra, allo scopo di trasportare i tronchi da trasformare in traverse ferroviarie, la zona fu collegata al Centro da una carrabile, migliorata più volte nei decenni successivi, fino alla recente copertura con manto d’asfalto.
Da sempre la contrada è stata attraversata da una mulattiera che congiungeva Tortora a Laino, una delle più importanti e brevi vie di comunicazione tra l’interno e il mare, percorsa da mercanti e soldati. Per essa transitò Garibaldi nel 1860 quando sostò per alcune ore nella casa Lomonaco, a ‘Mbedilatérra’, per rifocillarsi.
Fino agli anni ‘80 il Carro era sede di una scuola pluriclasse. Adesso i bambini e i ragazzi frequentano con profitto le scuole del Centro e della Marina.
Michelangelo Pucci