Sono di origine fluviale o marina a mano a mano che la terraferma si è sollevata per effetto del bradisismo negativo. Sono, in parte, ancora coperti da boscaglie di querce, elci, sughere e macchia mediterranea.
Il nome, risalente all’età bizantina, deriva, con molta probabilità, dal greco chrysòs (oro), chrýseios (miniera aurifera), certamente per il colore giallo-rossastro del terreno.
Questi terreni sono stati, fin dall’epoca degli Enotri, dei Lucani e dei Romani, sempre coltivati a cereali, ad uliveti e, in alcune parti, a vigneti fino a pochi decenni fa, quando, con il mutamento del sistema produttivo agricolo, il lavoro di questi campi è diventato non più remunerativo e quindi antieconomico.
La contrada è scavata al centro da un canalone di origine meteorica. E’ attraversata da una stretta carrabile di terra battuta che sale dalla SS. 18 e, inerpicandosi per la ripida scarpata che la separa dal Rosaneto, passa accanto al campo sportivo per congiungersi alla Provinciale per Tortora a S. Brancato.
Michelangelo Pucci