càvulu jurùtu

Ghè cumi lu càvulu jurùtu, tùttu quiru che ri féaji ghè ppirdutu! 

= (letteralmente) è come il cavolo spigato, tutto ciò che gli fai è perduto!

E’ un detto che si avvale di una similitudine. Il cavolo è edibile finché la pianta è tenera, quando caccia il fiore e poi la spiga le foglie si induriscono e non sono più commestibili. Nella coltivazione le cure con le relative fatiche e spese hanno un senso finché il prodotto è utilizzabile, quando non lo è più le cure divengono inutili per la pianta e uno spreco di energie e danaro per il contadino.

L’educazione è come la coltivazione. Le cure e le attenzioni educative hanno un senso finché il soggetto è giovane e/o ricettivo. Nel momento in cui egli diviene o si crede maturo, ogni intervento educativo nei suoi confronti è inutile o vano, comunque sprecato.

Più in generale, ogni consiglio, ogni aiuto prestato a chi lo disattende per presunzione è sprecato.

Michelangelo Pucci

 

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