La cornamusa è strumento rustico a fiato di uso pastorale, formato, in sequenza, dal seguente complesso di componenti: una cannuccia lignea, un otre di pelle ovina, un pezzo cilindrico ligneo cavo e quattro canne lignee di dimensioni diverse. La cannuccia, collegata all'otre, serve al suonatore per insufflarvi aria. L'otre funziona da camera di compensazione per assicurare un flusso d'aria continuo e costante alla canne nelle brevi pause di inspirazione del suonatore. Il pezzo cavo, connesso superiormente con l'otre, distribuisce l'aria alle canne che vi sono innestate inferiormente. Le canne o cornamuse, lavorate al tornio, hanno imboccature ad ancia e fori per l’esecuzione delle note.
Il piffero o zampogna è uno strumento popolare, una sorta di flauto a becco, con sei fori, senza chiavi, dal timbro simile a quello dell’oboe. La cornamusa ha un suono potente e lamentoso che funge da accompagnamento a quello acuto di armonia del piffero.
Nei giorni di festa i suonatori scendevano dalla montagna con al seguito gli asini carichi di prodotti destinati al mercato paesano. Come arrivavano in paese cominciavano a suonare le loro melodie e gli asini storditi non sentivano e non capivano più gli ordini degli asinai e procedevano confusi come se fossero privi di guida.
Il detto, per traslato, si riferisce alle persone che, sopraffatte da una molteplicità o da un eccesso di stimoli, si trovano in uno stato di confusione e di stordimento.
Michelangelo Pucci