Michelangelo Pucci
La più vasta delle contrade della Marina. La zona industriale tortorese di un non lontano passato.
Un balcone naturale sulla valle. Il toponimo probabilmente risale all'epoca bizantina
Il centro storico di Tortora è costruito su una pendice del Cifolo: il ‘Carròli’, ‘Sandu Jàculu e Julitta.
Le sue coordinate geografiche sono:
sistema sessagesimale 39° 56' 32,28'' N - 15° 48' 21,60'' E
sistema decimale 39,9423° N - 15,8060° E
Si adagia a mezza collina, sulle pendici del monte Cifolo. Si allunga digradando dal punto più alto: ‘La Grangìja’, al punto più basso: ‘Mbedilatérra’, sul dorso di un costone.
La parte più bassa, che insiste su Julitta, è la più antica, il cosiddetto ‘Castello delle Tortore’ del tempo dei Longobardi. Essa è aggrappata sulla cima di uno sperone roccioso che si staglia a picco su tre valli: il Vallone del Ponte dal lato ovest, il Vallone della Castagnara dal lato est e la Valle della Fiumarella dalla parte sud.
Le vedute dalla collina Sarre e dal mare sono uniche e affascinanti proprio per questa caratteristica. Da un’altezza media di 280 metri di altitudine, il paese appena occhieggia la Marina e il mare.
Chi guarda dal mare lo intravede infossato nella valle, adagiato ai piedi della Vallina come se dormisse.
La parte di origine post-medioevale è il ‘Carròli’ che si inerpica su una nervatura del pendio del Cifolo.
‘Sàndu Jàculu’ è più recente, costruito negli ultimi secoli affacciato sulla falesia est (‘li Grùtti’) che si staglia a picco sul vallone della ‘Castagnàra’.
Il paese è costituito da un sistema di costruzioni addossate le une alle altre, tagliato da una carrabile, a volte più larga, a volte più stretta, che dal rione Santa Domenica, all’inizio del paese, si torce per tutto il paese fino al rione Julitta, sede della chiesa madre S.Pietro Apostolo. Secondo i tratti assume nomi diversi: ‘Stréata’, ‘Sandu Jàculu’, ‘Via Grànni’, ‘Purtòali-Sand’Andria’, Mbedilaterra. Lungo il suo corso ogni tanto si aprono degli spazi più ampi: ‘lu Pondi’, ‘la Chjàzza’, e degli spazi più modesti: ‘Sandu Jàculu’, ‘Mballatùrru’. E’ quest’ultimo uno slargo da cui si dipartono numerosi vicoli, per lo più a gradinate, che o lo collegano con i rioni più popolani, ‘Cummèndi’, ‘Carròli’, ‘Casalavècchia’, ‘Fùossu’, ‘Mbedilatèrra’ o fungono da scorciatoie, ‘lu Tirroni’, ‘la Via di Mìenzu’, ‘Vicu S.Pìetru, la via di ‘lu Palàzzu’, ‘lu purtòali.
‘Sànda Duminica’, ‘lu Cummèndi’, ‘lu Pòndi’, ‘lu Carròli’, ‘la Stréata’, ‘Sandu Jàculu’, ‘lu Tirròni’, ‘la vìja di Mìenzu’, ‘Mballatùrru’, ‘Sand’Andrìja –Purtòali’, ‘la Chijàzza’, ‘Mbedilatèrra’, sono i vari rioni del Centro Storico.
Michelangelo Pucci
Una via abbastanza recente. Chiamata così, come la ‘strada’ per antonomasia,
Rione popoloso e popolano. E’ un antico borgo costruito successivamente a Julìtta,
Il salotto del paese. Punto di arrivo, di incontri, di affari, di svago. Questo rione prende il nome dal ponte che scavalca il canalone