Ambedue i termini hanno in comune l’intento di far cambiare opinione all’ascoltatore o di indurlo a fare un alcunché o a comportarsi in un determinato modo.
Differiscono invece a seconda dei mezzi adoperati per raggiungere lo scopo e delle funzioni dell’interlocutore che si propongono di attivare: la pura razionalità o anche l’emotività.
Per convincere ci rivolgiamo all' intelletto di chi ci ascolta e facciamo ricorso a ragionamenti rigorosi e adoperiamo argomenti razionali validi e prove rigorose ed evidenti.
E’ la via del filosofo, del matematico e dello scienziato.
Per persuadere ci appelliamo all’emotività e, in genere, alla parte irrazionale della personalità di chi ci sta di fronte e facciamo ricorso a ragionamenti anche emotivi e adoperiamo argomenti vari non sempre razionali e prove e indizi anche labili, puntando sul proprio potere di fascinazione e sugli affetti, sui timori, sui sospetti, sui desideri, sui punti deboli dell’ascoltatore.
E’ la via della pubblicità e della propaganda, del venditore, del politico, del predicatore, dell’avvocato difensore, dei genitori, ecc.
Lo studio convince, i mass media persuadono.
Michelangelo Pucci