Pudore – verecondia – pudicizia – castità – purezza


Pudore
: senso per lo più naturale e istintivo di riservatezza delle nudità del proprio corpo, in specie della sfera sessuale, che impedisce di scoprirle e/o mostrarle. Non esclude l’esplicazione di una normale vita sessuale.

Verecondia: sentimento affine al pudore dovuto però ad atteggiamento per lo più pensato. Compatibile con una normale vita sessuale. Anche una persona che intrattiene rapporti sessuali con uno o più partner nel segreto di una camera può provare pudore ed essere vereconda in pubblico o nei confronti degli estranei.

Pudicizia: virtù delicata che evita ogni immodestia; rifugge dagli atti turpi (Tommaseo) e che al rifiuto di impurità sessuale, in quanto motivo di morbosità e di scandalo, associa il culto di una franca riservatezza e di una composta modestia (Devoto). Non esclude atti sessuali nell’ambito della legalità. La sposa può essere pudica.

Castità: L'astensione per rinuncia, di solito con motivazione religiosa, da ogni attività sessuale, o anche da manifestazioni o da pensieri che vi abbiano in qualche modo attinenza (Devoto). La suora, se è fedele ai suoi voti, è casta.

Purezza: Immunità da intenzioni o azioni peccaminose, spec. riferibili alla carne (Devoto); nel senso stretto è qualità propria della persona intemerata negli atti e nei pensieri. Non implica una rinuncia formale alla sessualità, ma esprime semplicemente uno stato morale esente da ogni peccato di pensiero e di azione. La fanciulla può essere pura anche se non ha fatto il voto di castità.

Michelangelo Pucci

 

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