Coltivazione e lavorazione del Cedro a Tortora

La coltivazione del cedro a Tortora forniva una discreta rendita per gli agricoltori, attesa per risolvere tanti problemi.

Il crollo dei prezzi negli anni '50 la rese antieconomica che portò in pochi anni a Tortora all'abbandono, alla rimozione delle piantagioni e alla loro riconversione.

0rigini
Il cedro (nome scientifico: citrus medica) è una pianta sempreverde della famiglia delle rutacee. E’ originario delle Indie orientali (Buthan). Fu acclimatata nelle regioni mediterranee fin dall’epoca romana. I Romani lo chiamavano ‘pomo di media’. Sembra che sia stato importato nella Riviera dei Cedri (tratto tirrenico alto Cosentino da Tortora a Belvedere Marittimo) dagli Ebrei, che lo ritenevano un frutto sacro, in occasione della diaspora conseguente alle guerre ebraiche (I sec. A.C. - I sec. D.C.).
Pianta
E’ un albero alto circa 3 metri, ha rami diritti corredati di robuste spine, foglie coriacee come quelle del limone ma più grandi, di colore verde glauco e odorose grazie a ghiandole oleifere; si usavano per adagiarvi i pani di granturco per aromatizzarlo e per favorirne lo scorrimento sulla pala per la messa a dimora nel forno per la cottura.

Fiorisce tre volte all’anno: a marzo, a giugno, a settembre. La fioritura di giugno dà i frutti di migliore qualità.  I fiori sono bianchi riuniti in fascetti.

Coltivazione


La coltivazione tradizionale avveniva in piantagioni particolari seguendo fasi di lavorazione molto precise:
- Messa a dimora
(chjandèa' li cìtri): le piante venivano disposte in filari regolari e concimate.

- Potatura (putòa' li cìtri): eliminazione del seccume, taglio dei succhioni.

- Piegatura (chjichéa' li cìtri): i rami fruttiferi venivano piegati in posizione orizzontale, legati ad un robusto pergolato all’altezza di 140-150 cm da terra.
- Irrigazione (adacquéa' li cìtri): regolare nella stagione secca, per inondazione con collegamento ad un canale di irrigazione.

- Raccolta dei frutti (cògli li cìtri): una prima raccolta a luglio, scelti per la festa ebraica dei Tabernacoli (festa stagionale della vendemmia), una seconda raccolta dei frutti allo stato di maturazione per usi alimentari nell’autunno inoltrato.

- Copertura per la protezione contro il gelo (cummagljéa' li citri): a inizio inverno copertura delle piante con frasche; a fine inverno rimozione della copertura.

Frutti

I frutti sono ovoidi, somiglianti a grossi limoni, della lunghezza di 20-30 cm circa e del peso da 0,5 a 2 Kg, dalla loro scorza, molto spessa, si ricava per distillazione l’olio essenziale usato in medicina, profumeria e liquoreria. La scorza è utilizzata anche per la fabbricazione di canditi. Anche il succo ha proprietà terapeutiche.
Proprietà: sono ricchi di sali minerali e vitamina C, svolgono un'azione disinfettante e depurativa. Ottimi per regolare la pressione del sangue ed anche in caso di anemia.

Lavorazione dei frutti
 
Preparazione delle botti
Si sistemano in un ampio piazzale all’aperto delle botti di castagno
della capacità di media di 1300 litri. Si mettono ad abbonire con acqua marina. Quando le doghe sono serrate in situazione stagna, vengono lavate più volte con acqua marina tiepida e lasciate piene per alcuni giorni. Risciacquate con acqua pura e fresca, vengono messe ad asciugare e poi vengono paraffinate.
Selezione dei frutti
I frutti appena arrivati allo stabilimento subiscono una prima manipolazione che consiste nell'eliminazione di quelli guasti o ingialliti e contemporaneamente si selezionano in due qualità:
A) la prima qualità (i frutti che superano il peso di 300 gr.);
B) la seconda qualità (i frutti che sono al di sotto di 300 gr.).
Salamoiatura  (a Praia ci sono stati due stabilimenti di salamoiatura: uno più antico, lo stabilimento di Oliva in vicinanza del mare in corrispondenza della Stazione Ferroviaria; uno più recente, lo stabilimento di Pietro Perrelli, cento metri più a sud, tra l’attuale via Cristoforo Colombo e il mare)
Dopo la selezione i cedri interi vengono sistemati nelle botti riempite con acqua di mare con l'aggiunta di sale da cucina per raggiungere la concentrazione necessaria di salinità.
Le botti vengono poi chiuse con il cocchiume e lasciate all'aperto per 40 a 60 giorni, durante i quali sarà controllata quotidianamente l'eventuale diminuzione del livello dell'acqua determinato da evaporazione e altro.
Nel corso della salamoiatura i cedri subiscono processi fisiologici e chimici nei quali assumono importanza il tasso di concentrazione salina ed il grado di sostanze contenute nelle doghe delle botti. Il giusto tasso di salinità garantisce il regolare processo di conservazione dei frutti che, per un fenomeno osmotico che la soluzione salina esercita sull'epicarpo (buccia esterna), cedono parte dell'acqua di vegetazione ed assorbono sostanze chimiche necessarie al buon andamento del processo.
Sbuzzatura
Al termine della salamoiatura, quando cioè la scorza esterna (epicarpo) ha assunto l’espetto cristallino, segno che la scorza interna (mesocarpo) ha incorporato il sale, i cedri vengono tolti dalle botti e tagliati per il lungo a metà oppure in quattro secondo le dimensioni, ne viene eliminata la polpa con la scucchiaiatura (sbuzzatura). 
Così preparate, le scorze vengono conservate in salamoia nelle botti disposte a strati, a raggiera e con il taglio verso l’interno in attesa della canditura.
Canditura
Operazione preliminare è il lavaggio del prodotto con acqua fresca per dissalarlo. Tagliato in varie forme viene messo in un grande recipiente e fatto bollire per pochi minuti. Si lascia raffreddare e si butta l’acqua di cottura, si lascia in acqua fresca per 24 ore, alla fine si mette ad asciugare su graticci.
A questo punto le scorze vengono messe a bollire in una soluzione di acqua zucchero e glucosio fino ad ottenere uno sciroppo nel quale si lasciano per 24 ore. L’operazione viene ripetuta ogni 24 ore. Quando il prodotto assume un aspetto cristallino la canditura è completa.

Fino agli anni ’50  del 1900 la coltivazione del cedro nella Marina di Tortora era intensa ed occupava una buona metà delle terre coltivate. Fino agli anni '70 sono rimasti coltivati a cedri piccoli appezzamenti soprattutto per la fornitura dei cedri agli Ebrei per la loro festa dei Tabernacoli.

Attualmente si continua a coltivare il cedro nell'area compresa tra il fiume Lao e Cirella.

Michelangelo Pucci

 

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