Sandumartìnu!

San Martino! Invocazione scaramantica e di buon augurio di abbondanza pronunciata ad alta voce da chi arrivava o entrava in un luogo,
o all’aperto o al chiuso, dove c’erano una o più persone intende ad una lavorazione agricola o domestica.
- Sàndumartìnu! a chi arava o seminava, a chi mieteva o trebbiava, a chi vendemmiava o vinificava o travasava o imbottigliava;
- sandumartìnu! a chi confezionava i fichi secchi o infilava i peperoni in serti, a chi sbaccellava i fagioli o sgranocchiava il granturco;
- sandumartìnu! a chi faceva i salami, a chi faceva il pane, ecc.
Chi, in queste circostanze, non pronunciava la formula d’augurio era ritenuto apportatore di malaugurio ed ostile suscitando la reazione dei presenti che con voce più o meno comprensibile dicevano: ghèji vìstu nu cùornu!
L’invocazione, molto probabilmente, è da attribuire alla coincidenza fra la morte del santo e il fenomeno climatico del miglioramento delle condizioni meteorologiche nel mese di novembre (estate di S.Martino), mese della vendemmia. Per questo motivo il nome del santo è stato associato all’abbondanza dei raccolti agricoli, nome da invocare per assicurarsi il successo delle attività connesse.

Michelangelo Pucci
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