Ambedue i termini hanno in comune l’intento di far cambiare opinione all’ascoltatore o di indurlo a fare un alcunché o a comportarsi in un determinato modo.

Differiscono invece a seconda dei mezzi adoperati per raggiungere lo scopo e delle funzioni dell’interlocutore che si propongono di attivare: la pura razionalità o anche l’emotività.

Per convincere ci rivolgiamo all' intelletto di chi ci ascolta e facciamo ricorso a ragionamenti rigorosi e adoperiamo argomenti razionali validi e prove rigorose ed evidenti.

E’ la via del filosofo, del matematico e dello scienziato.

Per persuadere ci appelliamo all’emotività e, in genere, alla parte irrazionale della personalità di chi ci sta di fronte e facciamo ricorso a ragionamenti anche emotivi e adoperiamo argomenti vari non sempre razionali e prove e indizi anche labili, puntando sul proprio potere di fascinazione e sugli affetti, sui timori, sui sospetti, sui desideri, sui punti deboli dell’ascoltatore.

E’ la via della pubblicità e della propaganda, del venditore, del politico, del predicatore, dell’avvocato difensore, dei genitori, ecc.

Lo studio convince, i mass media persuadono.

Michelangelo Pucci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' visibile l'entrata della Grotta del Leone, detta così per la presenza in fondo all'antro di uno scoglio che, visto dall'esterno, dà l'idea di un leone accovacciato. Nell'anno 1600 vi morì il torriere Vitigno, comandante della guarnigione di stanza nella Torre di Fiuzzi, ferito nello scontro vittorioso contro i corsari turchi che tentavano di sbarcare sull'arenile (vedi didascalia della foto della torre Fiuzzi).

Chiamata 'Torre del Capo Dino', fu costruita intorno al 1550 (nello stesso periodo delle altre torri costiere) dietro impulso del vicerè Pietro di Toledo in funzione di difesa contro le piraterie dei Turchi. Fu testimone nell'anno 1600 di un assalto del corsaro Amurat Rais che con sei vascelli si era presentato di fronte all'arenile di Fiuzzi, respinto dal torriere Vitigno che con l'ausilio di una schiera di cavallari di Aieta armati di archibugio ne impedì lo sbarco. Il Vitigno rimase ferito e morì entro poche ore nella grotta del Leone.
Formatasi nei tempi geologici per crollo e sprofondamento del tratto di terrazzamento che la univa alla contrada Foresta. In epoca preromana vi fu costruito un tempietto, in funzione anche in età romana, da cui probabilmente prese il nome (lat. aedes = tempio; aedina = tempietto). Nel medioevo e secoli successivi era parte del feudo di Aieta. A devozione dei fedeli vi fu costruita una cappella dedicata a S.Maria. Fino al 1660 era adibita a pascolo di bovini e ovini, traghettativi stagionalmente su barche, e alla caccia di colombelle, pernici e altri uccelli. Successivamente vi furono introdotti conigli e lepri per la caccia e la sommità pianeggiante fu arata per la semina di grano.
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